Quanti tipi di referendum esistono?

Ti stai ponendo la domanda quanti tipi di referendum esistono? Questa forma di democrazia diretta viene esercitata in Italia secondo tre modalità. I cittadini sono cioè chiamati a esprimersi tramite referendum abrogativo, consultivo e costituzionale. Ti proponiamo qui di seguito una piccola guida, molto utile come approfondimento sia personale che universitario/studentesco.

Il referendum abrogativo: di cosa si tratta?

La nostra guida su quanti tipi di referendum esistono inizia con quello più noto, vale a dire l’abrogativo regolato dall’articolo 75 della costituzione.

In questo caso i cittadini sono chiamati a decidere in favore o contro l’abrogazione totale o parziale di una legge, di un decreto legislativo o di un decreto legge. Affinché il referendum sia valido, è necessario il raggiungimento di un quorum corrispondente al 50% più uno degli aventi diritto al voto.

Uno degli ultimi referendum abrogativi indetti nel nostro paese è stato quello sulle trivellazioni (17 aprile 2016). I cittadini sono stati chiamati alle urne per rispondere al quesito riguardante la continuazione delle trivellazioni nelle acque territoriali italiane. In pratica si chiedeva se, alla scadenza delle concessioni, i giacimenti entro 12 miglia dalla costa dovessero essere chiusi, nonostante la presenza residua di gas o petrolio. I votanti potevano rispondere al quesito con un Sì o un No. In caso di vittoria del Sì, le concessioni per le trivellazioni non sarebbero stato prorogate.

Ebbene, il referendum non ha raggiunto il quorum. Il numero dei votanti, infatti, è stato pari a poco più del 30% degli aventi diritto e, di conseguenza, l’attività di estrazione è potuta continuare fino a esaurimento dei giacimenti.

Non tutte le leggi, però, possono essere abrogate tramite referendum. L’articolo 75 stabilisce quali norme sono escluse da questa forma di democrazia diretta. Nell’elenco figurano, per esempio, le leggi tributarie e quelle di bilancio.

Il referendum consultivo: in cosa consiste?

Come dice la denominazione stessa, il referendum consultivo chiede un parare ai cittadini su una determinata questione. Il risultato delle urne, però, non è vincolante. Cosa significa? Il legislatore può non tenere conto del parere espresso dai cittadini senza che ci siano conseguenze giuridiche di alcun tipo.

Il referendum costituzionale o confermativo

L’ultimo passaggio della guida su quanti tipi di referendum esistono riguarda quello costituzionale, regolato dalla legge 138 della costituzione e riguardante la revisione delle leggi costituzionali.

Ai cittadini si chiede cioè se approvano o meno la revisione di una legge costituzionale. Quando viene proposta la modifica di una legge della costituzione, ogni camera deve votare due volte a distanza di almeno tre mesi. Se la legge in questione viene approvata dai due terzi dei componenti di ciascuna camera, il referendum costituzionale non può essere indetto.

In caso contrario, possono richiederlo:

  • 500 mila elettori
  • cinque consigli regionali
  • un quinto dei membri di una camera

La richiesta deve avvenire entro tre mesi dalla pubblicazione sulla gazzetta ufficiale della legge oggetto di referendum.

Uno dei referendum costituzionali degli ultimi anni

In cosa consiste esattamente un referendum costituzionale? Nel dicembre del 2016, i cittadini italiani sono stati chiamati a votare un referendum costituzionale che aveva il seguente quesito:

Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?

A differenza del referendum abrogativo, quello costituzionale non ha bisogno di un quorum. Vince semplicemente l’opzione che ha ricevuto il maggior numero di voti. Nel caso del referendum costituzionale del 2016 ha vinto il No e la revisione della legge non è passata.

Referendum: un po’ di storia politica

Il primo referendum abrogativo si è tenuto in Italia nel 1974 e ha riguardato la legge sul divorzio. Da allora i partiti politici, in particolare quello radicale, sono ricorsi spesso a questa forma di democrazia diretta:

  • 1981 – referendum sull’aborto
  • 1985 – referendum sulla scala mobile ovvero sull’adeguamento automatico dei salari all’inflazione
  • 1987 – referendum sul nucleare
  • 2005 – referendum sulla fecondazione assistita
  • 2001 – referendum costituzionale sulla riforma del titolo V della costituzione

Il 12 e il 13 giugno del 2011, inoltre, si è tenuto un referendum a grande partecipazione popolare riguardante il nucleare, la privatizzazione dell’acqua e l’abrogazione della legge sul legittimo impedimento riguardante le quattro più alte cariche dello stato. I quesiti hanno ottenuto una media del 95% di Sì, con un’affluenza record alle urne.

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Credits immagine: DepositPhoto.com/GinaSanders


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